Una passeggiata verso Oslavia nel maggio 1916

Vado accompagnata dal maggiore Kreischer, che il generale di divisione ha messo a mia disposizione, a fotografare alcuni punti interessanti. Andiamo prima lungo Strassig, di lì attraverso i campi, chini sotto i tralci delle viti, o strisciando nell’alta erba fino al principio della Groina. Di qui vediamo un po’ più in alto di noi i soldati italiani intenti a lavorare col fil di ferro per fortificare le loro posizioni. Continuiamo fino al puìnt [ponte]. Di là scendiamo sino alla fonte presso l’Isonzo; ci spingiamo fino a Piuma e c’inoltriamo nella strada che conduce a Oslavia; il sentiero è fra due pareti di argilla grondante acqua, il suolo è di argilla attaccaticcia,si cammina con fatica; facciamo appena posto ai soldati ed ai muli che salgono al campo di battaglia. Sopra noi aeroplani. Questi mi danno noia specialmente perché ho il vestito chiaro, quasi bianco, e mi dicono che sono come un punto di bersaglio.

Rifacciamo la strada, e torniamo all’Etappenbrücke, e c’incamminiamo verso la città. Per via facciamo sosta in tanti giardini abbandonati, le cui case son distrutte, e inselvatichiti abbondano i fiori; è una esuberanza di colori, di forme, di profumi. Il maggiore si ferisce malamente con una foglia di erba Luisa, per cui ci affrettiamo a tornare a casa per medicarlo, curioso destino! In tanto pericolo nessuna arma lo ha offeso, ma invece un piccolo fiore!

Nel pomeriggio mi invita il generale Zeidler a Staragora e Biglia. Da una collina abbiamo la vista su tutto il fronte in faccia a noi; proprio tutto all’ingiro, con buoni cannocchiali seguiamo diverse operazioni belliche; così viste da lontano si direbbero grandi fuochi d’artificio.

(Mercedes de Baguer Baum. [Diario], in Giuseppe Del Bianco. La guerra e il Friuli. Volume secondo. Sull’Isonzo e in Carnia. Gorizia. Disfattismo.Udine, Istituto delle edizioni accademiche, 1939, p. 168-169; 2.ed. Udine, Del Bianco editore, 2001, p. 229-230; pubblicato, con il titolo Cinque frammenti, in Cronache goriziane 1914-1918. A cura di Camillo Medeot. ..Gorizia, Arti Grafiche Campestrini, 1976, p. 362-363)