L’orologio caduto nella piazza di Luigi Visintin

Mentre attraversavo la Piazza Grande, una bella mattina di sole dell’agosto 1915, con un carretto assieme ad alcuni compagni d’infanzia, Giovanni Leghissa e Arrigo Zanetti diretti in via Rabatta presso i molini Resberg a prelevare la farina tesserata per le rispettive famiglie, nei pressi della fontana uno schrapnell scoppiò in aria all’altezza del campanile della chiesa di Sant’Ignazio scaraventando l’orologio centrale del campanile sulla Piazza e gettando su di noi, riparati sugli scalini dietro alla fontana, calcinacci, polvere e pietre. Nello stesso momento, Franinovič si trovava sotto all’orologio del negozio Braunizer dove era stato ad acquistare oggetti di ricordo per i giovani aspiranti ufficiali in giro per Oslavia aggregati alla sua compagnia.

(Luigi Visintin. Una storia di mostre [sic] e di violenze, in “Voce isontina” del 18 settembre 1982, p. 11)