L’arresto di Sofronio Pocarini
30 giugno mattina. Verso le 10½ un poliziotto in borghese e un gendarme sergente. “Vestirsi, venir con noi”. Poi lettere, cassettin, perquisizione sull’armeròn, vicino alla stua [stufa]… parecchie carte. “Da la Robbia, Donatello, ecc. Cossa, xe suoi amici? dove abita?” Poi viene a casa papà. Prima mangiare, dopo il pranzo, circa 3/4 via al Schulverein. Gianni [Mighetti], Villat, Bardusco e tanti altri. Si passa il pomeriggio nella noia. Si passeggia, si parla, a sera viene la mamma, più tardi si gioca a carte, fin circa alle 10. Poi tento di dormire, a lume acceso. Verso le 5 o 6 “la ga scrito lei questo?” sergente. Fucileria, bum, bum!
(Sofronio Pocarini. Diari 1915-1918, in Ervino Pocar. Mio fratello Sofronio. Gorizia, Cassa di Risparmio, 1976, p. 25)