L’arresto di Anna Maria e Carmen Villat

Quando mi levai martedì scorso [31 agosto 1915], non pensavo che quel giorno sarebbe stato per me il più doloroso del mio soggiorno nella casa dove ero nascosto.

Verso le 10 ant. del suddetto giorno leggevo come al solito nella stanza di Carmen, quando vennero a chiamarmi dicendo che c’erano due agenti di polizia. Scavalcai la finestra di una stanza che dà sul giardino, alla quale per fortuna avevo posto una scala per scappare in caso di bisogno e discesi lestamente in giardino, andandomi a nascondere nei folti canneti in fondo ad esso. Ma appena mi trovai là, mi assalì un grave pensiero, che cioè i sopraddetti venivano sicuramente a fare una perquisizione nella casa e che avrebbero trovato materiale sufficiente per avere il pretesto d’internare zia e Carmen: nella stanza di questa infatti si trovavano delle cartoline compromettenti e sullo specchio un foglio di carta con sopra disegnato un militare italiano, copiato pochi giorni prima da Carmen da una vecchia Lettura e forse altro. Verso le 11 fui chiamato e seppi che purtroppo gli agenti avevano sequestrato il sopraddetto disegno, due fotografie di Louis e qualche carta geografica dei nostri paesi. La zia era disperatissima, prevedendo le conseguenze. Carmen, rientrata a casa alle 12 tutta contenta per aver ricevuto gli attestati di scuola, ci rincorò un poi’. Verso le 3 del pomeriggio venne un agente a dire che si portassero zia e Carmen all’ufficio di polizia. Andarono senza la minima idea di venir arrestate. Quale il mio stupore, quando ricevetti notizia che il giorno stesso erano state internate!

(Arnaldo Mulitsch. Lettere al fratello, in Cronache goriziane 1914-1918. A cura di Camillo Medeot. Gorizia, Arti Grafiche Campestrini, 1976, p. 213-214)