La notte di Natale nelle trincee italiane a Lucinico

È Natale e piove a dirotto. Tutte le case lasciano passare l’acqua, ed io debbo trasportarmi il mucchio di fieno in un altro posto. Faccio la barba e discorrendo aspettiamo la mensa. Non c’è nulla di speciale. Dopo pranzo giuochiamo fino a sera, tanto più che la mensa tarda molto a venire. Dopo sei ore di gioco vinco 4 lire.

La mensa tarda moltissimo, si vede che hanno preparato qualche cosa di speciale. Verso le 9.30 [21.30] ci riuniamo tutti gli ufficiali e gli aspiranti del Battaglione nella sezione mitragliatrici appunto per festeggiare il santo Natale. Quello che mi meraviglia moltissimo è che non è giunto nessun pacco natalizio ai combattenti, mentre sui giornali ed in tutta Italia se n’è fatta tanta reclame. Per questo mi propongo fermamente se avrò la fortuna di ritornare a casa, di rendere noto ogni cosa agli italiani in genere che ci mantengono quassù a fare la guerra. Noi ufficiali ci arrangiamo ma i soldati poveretti! Così anche tanta reclame per lo scaldarancio, ma quando mai l’hanno visto i soldati?

Alle 22 viene finalmente la mensa, che però è davvero speciale. Minestrone, genovese con piselli, polli arrosti con fritto, dolci, vino champagne, frutta, ecc. .. Con la fame che avevamo si divora tutto in un istante. È ormai la mezzanotte e si va a dormire.

Quello che più mi ha impressionato in questo giorno è il fatto che né gli austriaci né noi italiani abbiamo tirato un colpo di cannone e neppure di fucile; solo mentre andavamo a dormire sentimmo un combattimento sul Carso e sulla nostra linea qualche vedetta tirava di tanto in tanto un colpo.

(Pasquale Cirillo. Diario di guerra pubblicato a cura di Giovanni Toplikar. Diario di guerra del sottotenente Cirillo Pasquale, in “Studi goriziani” vol. 99-100 (2004), p. 163-164)