Il nuovo nascondiglio di Arnaldo Mulitsch
Ora là non potevo con sicurezza più rimanere, perché nella stanza da letto degli zii abitavano già due ufficiali i quali, sapendo che le altre stanze sarebbero state libere, le avrebbero chieste per altri. Così decisi di tornare a casa nostra.
Peppina confidò a Oliva e a Maria, tra gran meraviglia di queste, che io mi trovavo da lei. Fissai d’accordo con loro per la sera del 2 settembre il mio trasporto mediante un carretto a mano e un cassone, che avevo già da tempo approntato e nel quale mi sarei coricato.
La giornata di ieri passò trepidando, quando giunsero finalmente le 7 di sera. Oliva, Peppina e Maria erano pronte. Mi coricai nel suddetto cassone, già disposto sul carretto, e così tutte e tre le donne mi condussero fino a casa senza il minimo incidente. Arrivati nel sottoportico, non trovandosi là nessun importuno, potei salire subito nell’abitazione.
Oggi mi trovo dopo tre mesi e mezzo di nuovo a casa nostra, dove mi sento più in pace e contento.
(Arnaldo Mulitsch. Lettere al fratello, in Cronache goriziane 1914-1918. A cura di Camillo Medeot. ... Gorizia, Arti Grafiche Campestrini, 1976, p. 214)