Il menù di un goriziano nascosto in casa

11 maggio 1916

La situazione che mi si presenta ora, dopo dodici mesi di prigionia, è veramente terribile. Devo cercare di farmi forza in tutti i modi e di resistere, a costo di patire la fame. Nei giorni trascorsi passai il tempo meno male. Il mio vitto consiste alla mattina di caffè-latte e pane: a mezzo giorno di circa mezzo litro d’acqua con due dadi Maggi con l’aggiunta di pastina o pane, un poi’ di caffè e marmellata; alla sera un uovo fritto e pane. Come dissi, finora va bene e per uno o due mesi la cosa potrebbe durare. Ma se nel frattempo mi venissero tagliati i viveri, che succederà di me?

(Arnaldo Mulitsch. Lettere al fratello, in Cronache goriziane 1914-1918. A cura di Camillo Medeot. Gorizia, Arti Grafiche Campestrini, 1976, p. 236)