Il diario di Luigia Candutti. Profughi da Gorizia a Viareggio
[26 ottobre 1917].Vengono i carabinieri in casa con l’ordine che la popolazione deve sgombrare. Non sappiamo cosa fare non ci si lascia portare via la roba. Corriamo al Municipio si va dallo Vecchi [il segretario comunale] tutti partono e dobbiamo andarcene. Alle 10 della mattina si val al Municipio con i nostri due sacchi e addio Gorizia, addio tutto, dopo tanto soffrire si viene alla conclusione di lasciarci portar via l’anima, il cuore. Dopo 4 giorni di sofferenze e spasimi ci sbarcano come colli a Viareggio e da qui non ci si muove. Non giovano preghiere e spiegazioni per farci raggiungere i nostri a Roma, siamo trattate da veri cani, ora siamo le profughe che hanno bisogno e per le quali non si deve aver riguardi. Il commissario italiano è peggio e più autoritario del Contin austriaco [il commissario civico conte Dandini] che Dio lo abbia in gloria! Ed ora sono un po’ più rassegnata sulla mia sorte ma mi è pesante assai trovarmi via di tutti. Italia Italia quanto ci costi.
(Luigia Candutti. Le evacuazioni. Testimonianza riportata in Altrove. 1915-1918. Memorie dal campo di Wagna e altre storie di profughi. Catalogo della mostra Gorizia 2016-2017, Fondazione CaRiGo. Ronchi dei Legionari, Consorzio Culturale del Monfalconese, 2017, p. 152)