I profughi goriziani a Wagna. La spagnola

La spagnola 1918

(Influenza forte). Era arrivata a Wagna come dapertutto, portando morte e disperazione. Il dottor Rossi [Giorgio Rosso] veniva a visitare le baracche 2 volte al giorno, per vedere se qualcuno avesse la febbre e portarlo in ospedale. Mia sorella Anna era stata colpita, e con la complicità del capo baracca l’ha nascosta dietro una tenda di coperte. L’ha curata con il cognach, la signora Bidesnich del bazar, le metteva da parte, siccome non era facile trovarlo. E così si è salvata.”

Gendarme Gigi

Era un gendarme da Salcano, cattivo con i profughi. Abitava in una casa fuori l’accampamento. Se vedeva passare qualche persona con patate, grano, lui tutto sequestrava, non giovavano le preghiere “ci lascia abbiamo fame”, gnente da fare. […] Il gendarme Gigi è morto di spagnola (febbre tipo influenza). Hanno dovuto mettere un gendarme a sorvegliare la cappella muortuaria [sic]. Diversi giovanotti volevano andar a fare sfregi al cadavere. Dicevano “Finalmente el se crepà quel porco de assassin” [finalmente è morto quel porco assassino].”

(Maria Hofer. Ricordi di Wagna, in Paolo Malni. Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-1918. San Canzian d’Isonzo, Edizioni del Consorzio culturale del Monfalconese, 1998, p. 199-202)