I profughi goriziani a Leibnitz

30 dicembre 1915

Tutti quelli che hanno abbandonato Gorizia, si lagnano per la carestia ed il freddo. Mi consta che a Leibnitz, dove si sono rifugiati molti di qui, compreso l’istituto dei fanciulli abbandonati, stanno malissimo, mancano di viveri e specialmente di pane. I profughi che vivono a spese del governo devono mangiare principalmente risetta cotta nell’acqua. La mortalità infantile fra questi è nientemeno che del 75% ed ancora devono gridare ‘Evviva l’Austria!’.

(Arnaldo Mulitsch. Lettere al fratello, in Cronache goriziane 1914-1918. A cura di Camillo Medeot. Gorizia, Arti Grafiche Campestrini, 1976, p. 225)