Gorizia giorno per giorno – 9 giugno 1915
Gorizia
Fin dalla notte anche Sant’Andrea finisce sotto un violento di artiglieria e fucileria. La mattina deve essere sgombrata e gli abitanti, ormai profughi, si rifugiano a Vertoiba e Biglia. I proiettili raggiungono la ferriera Mulitsch. Si parla di moltissimi militari morti da entrambe le parti.
Mentre da via Garzarolli nel cuore della città si alza un pallone frenato, l’aviazione italiana realizza un’altra incursione su Gorizia: bombe cadono su Piazza Bertolini mentre via Dreossi e via Seminario sono colpite da schegge e shrapnel.
La prima vittima civile tra la popolazione goriziana è la quarantottenne Orsola Rio Vattolo, uccisa perché stava alla finestra della sua abitazione all’ultimo piano del n. 6 di via Ginnastica (odierna via Rismondo) con la lampada accesa intorno alle 21.30: un ufficiale austriaco le spara una fucilata in pieno petto, credendo che stia facendo segnali agli italiani. Nei giorni precedenti si sono verificati infatti casi di sabotaggio e gesti di cittadini, anche ragazzi, vengono interpretati come segnalazioni di posizioni di interesse militare per aiutare l’artiglieria italiana a puntare i propri pezzi. Per porre rimedio alla situazione il comando della 58.a divisione chiede al capitanato distrettuale di Gorizia di individuare cinque abitanti “di sesso maschile, noti per i loro sentimenti italiani” da tenere in ostaggio e mettere a morte nel caso continuino le distruzioni delle linee telefoniche e le “segnalazioni al nemico”.
Nella notte lancio di oltre mille granate italiane sul monte San Valentino. Le truppe italiane occupano Lucinico.
Dal fronte
È la giornata del primo assalto frontale alla testa di ponte di Gorizia. Fallisce il tentativo italiano di impossessarsi del monte Podgora.
Viene ferito gravemente nell’attacco al Monte Nero il tenente colonnello degli alpini Luigi Pettinati, che morirà dieci giorni dopo. Sarà il primo italiano decorato con medaglia d’oro al valor militare nella Grande Guerra.