Gorizia giorno per giorno – 30 novembre 1915
Gorizia
L’ospedale dei Fatebenefratelli, gravemente danneggiato, viene evacuato. I feriti in peggiori condizioni e gli ammalati gravi vengono mandati all’ospedale di Trieste sotto la custodia dei due frati. Un altro gruppo in migliori condizioni inizia una peregrinazione che in poche settimane li porterà prima a Leibnitz, poi a Vienna ed infine a Linz. Dopo l’evacuazione rimangono nel convento solo 4 frati, 15 malati non gravi e 13 pazienti psichiatrici che nelle settimane seguenti saranno trasferiti in una colonia nell’abitato di Staragora, assistiti da due confratelli.
All’ospedale militare del Seminario Minore muore il sottotenente Angelo Oriani, prigioniero italiano, per una ferita al petto.
Arresto dell’impiegato Pio Bonelli e dell’ingegnere Ugo Russi, che sono deportati a Mittergrabern.
Viene chiuso il Museo che dal 1900 è stato trasferito nei locali di Palazzo Attems.
Durante i bombardamenti i civili si rifugiano anche per giorni nelle cantine del Municipio, rifiutando il più a lungo possibile gli inviti del commissario Dandini a farsi portare al sicuro (“a Leibnitz, no, no volemo andar nei làger…”).
In base alle stime ufficiali austriache, i bombardamenti di novembre hanno provocato l’allontanamento dalla città di molti civili, così che la popolazione rimasta a Gorizia ammonta a circa 8.000 persone. Durante l’inverno e il rallentamento delle operazioni militari molti rientreranno, portando la popolazione a 12.500 persone.
Alla fine del mese di novembre il direttore del Museo Civico, il quarantacinquenne Giovanni Cossar, viene arruolato nella milizia territoriale come soldato di sanità e lascia Gorizia.
Graz
La “Gazzetta d’accampamento di Wagna” pubblica un articolo sui Pompieri di Graz e Vienna, a Gorizia. Su richiesta del commissario governativo Dandini, che ha chiesto aiuto ad altre città per aiutare la squadra goriziana nello spegnimento degli incendi provocati dai continui bombardamenti, arrivano sette pompieri da Graz e “un gran numero” da Vienna.