Gorizia giorno per giorno – 26 marzo 1916
Gorizia
La cattedrale del duomo chiusa da mesi viene riaperta con una cerimonia cui partecipano tantissimi goriziani che non potevano entrare nella loro chiesa principale sin dal 23 di novembre. A presiedere la funzione domenicale è monsignor Castelliz assistito da padre Mosettig.
Le batterie austriache collocate in città sparano e quelle italiane rispondono al fuoco, come accade ogni giorno. Su Gorizia cadono più di cento granate: diverse guardie di sicurezza restano ferite e una cuoca muore. Particolarmente colpita è la zona che va dal cimitero vecchio alla stazione meridionale.
Un attacco austriaco a Lucinico e alla Groina è respinto con gravi perdite. Nella notte moltissimi carri trasportano i feriti lontano dal fronte lungo la via di San Pietro.
Il dentista Rodolfo Koll, in visita alle Orsoline, racconta loro di cumuli di cadaveri italiani che arrivano fino a due metri di altezza davanti ai reticolati austriaci sul Calvario e imputridiscono senza poter essere sepolti.
Nel corso del mese di marzo gli aerei hanno sorvolato Gorizia solo nelle singole giornate di bel tempo.
Nei giorni precedenti il 26 tutti gli abitanti sono stati forniti di una carta di riconoscimento rilasciata in Municipio da utilizzare come passaporto in caso di evacuazione di Gorizia.