Gorizia giorno per giorno – 24 maggio 1915

Gorizia

Nonostante sia lunedì di Pentecoste, non suonano le campane. L’ordine è stato dato “per non indicare al nemico la direzione verso la città”.

Durante la notte i pionieri austriaci fanno saltare il ponte sul Versa. All’alba si sente una lontana esplosione: è il terrapieno della linea ferroviaria che viene fatto saltare a Cormons dopo la partenza dell’ultimo treno per Gorizia e Trieste.

Soldati del Genio austroungarico fanno saltare il campanile di Lucinico, per non lasciare agli italiani in avanzata un prezioso punto di osservazione, e un’arcata del ponte ferroviario sull’Isonzo. Distrutti anche i campanili di Cormons e Mossa.

Lucinico e San Floriano vengono evacuate, mentre corre voce che gli italiani siano già a Capriva e reparti di bersaglieri siano arrivati a Lucinico e sulla Mainizza.

Molti goriziani si allontanano dalla città, troppo vicina al confine con l’Italia, mentre continua l’afflusso dei profughi dai paesi del Friuli austriaco. Gorizia è in prima linea.

Vengono arrestati e internati i sudditi italiani abili alle armi; donne, bambini e anziani sono rimpatriati via Svizzera.

Sono arrestati altri goriziani di sentimenti italiani: tra loro il medico Giuseppe Bramo, l’impiegato Eugenio Cociancig, il pittore Francesco Collenz, l’industriale Pietro Favetti, il ragionier Giuseppe Furlani, il commissario d’annona Luigi Resen, il contabile Guido Vergna e Luisa Venier. Insieme a quelli arrestati il giorno precedente sono fatti partire per Wagna sull’ultimo treno che lascia Gorizia.

Nel primo pomeriggio un telegramma informa la stazione ferroviaria Meridionale che grandi masse di italiani hanno passato la frontiera e dispone che tutti i ferrovieri si ritirino a Prevacina.

Nel pomeriggio il podestà Bombig viene informato che il Consiglio comunale è sciolto e il conte Dandini è stato nominato commissario straordinario; insieme al segretario comunale Vecchi il podestà riesce a bruciare carte compromettenti prima di lasciare il municipio.

In serata si diffonde la notizia che l’esercito austriaco si ritira verso Postumia. Ci si aspetta che l’arrivo degli italiani sia imminente.

Verso sera tre aerei sorvolano la città.

Alcuni goriziani passano la notte in cantina, temendo le pallottole vaganti dei possibili combattimenti in città.

Dal fronte

L’Italia dichiara guerra all’Impero Austro Ungarico. Il generale Luigi Cadorna è il capo dell’esercito mentre il duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia assume il comando della marina.

Il pittore goriziano Italico Brass segue l’avanzata della Terza Armata eseguendo una serie di dipinti dal vero o “impressioni di guerra” che saranno poi pubblicati nella cartella Sulle orme di San Marco. Serie prima. Alle porte di Gorizia nel 1917. Il 24 maggio Brass esegue lo schizzo per il dipinto I bersaglieri ciclisti sconfinano a Tre Ponti presso Cervignano. Lo stesso giorno o in quelli immediatamente successivi realizza il dipinto Campolongo, soldati nella piazzetta retrostante la chiesa.