Gorizia giorno per giorno – 16 novembre 1915

Gorizia

Il freddo è intenso. C’è la neve sui monti, e al mattino comincia a nevicare anche in città. Il vento è fortissimo. Il bombardamento continua, ma con minor intensità.

Incarcerato, Emilio Cravos divide la cella con Giovanni Orazietti; scrive una lettera d’addio alla moglie, consapevole della sua sorte.

Nei giorni precedenti il 17 novembre, aeroplani italiani sorvolano Gorizia e lanciano manifestini in cui si avverte che motivi strategici la città sarebbe stata bombardata e si invita la popolazione a mettersi in salvo. Molti abbandonano la città, che era già ridotta a 16.000 abitanti, lungo l’unica strada praticabile, quella verso Aidussina. Le provviste di viveri vengono nascoste nelle caverne del Podgora e del Sabotino.

Graz

La “Gazzetta di campo” di Wagna inserisce tra i titoli dei comunicati di guerra quello del Bombardamento della citta di Gorizia con 1’artiglieria pesante. Il testo del comunicato riporta che fin dall’inizio dell’offensiva, prigionieri italiani avevano detto che Gorizia sarebbe stata distrutta se non fossero riusciti a conquistarla. Sul giornale viene pubblicato anche uno schizzo di Santa Lucia d’Isonzo e uno di Tolmino nella valle dell’Isonzo.