Gorizia giorno per giorno – 16 marzo 1916
Gorizia
Sono arrestate e confinate a Leibnitz quattro giovani donne della famiglia Ortali: Anita, di 34 anni, maestra; Libera di 30 anni, sarta; Mimì, di 24 anni, modista, proprietaria di un negozio in via Rastello, sposata con Michele Bradaschia; Fausta, di 17 anni, sarta.
Sulla città si intrecciano sempre più frequenti i duelli tra i caccia austriaci e italiani cui i goriziani assistono con curiosità nel cielo terso di questo febbraio di guerra. La giornata del 19 è positiva per le ali austriache che riescono a costringere a terra due aerei italiani.
Intanto visto che di riuscire ad allontanare gli Italiani da Gorizia gli austriaci proprio non sono capaci cominciano con l’allontanare “l’italiano” dalle sue strade e piazze. Tutta una serie di via cittadine dai nomi troppo irredentistici vengono cambiate. Via Petrarca diventa via Teghettoff, via Ariosto diventa via Attems, via Carducci riprende il nome di Via dei Signori, Via Dante diventa via Radetzky, piazza Ginnastica viene intitolata all’imperatore Massimiliano. Quella di cambiare i nomi delle strade a seconda delle convenienze e delle simpatie politiche sarà una caratteristica che resterà una costante nella storia di Gorizia.
Vienna
Elisa Mulitsch viene scarcerata e trasferita a Pöggstal (Austria Inferiore) dove è confinata.
Oltre a lei sono confinati a Pöggstal i goriziani Antonio Orzan con la moglie Giuseppina, Francesco Delpin con la moglie, Elisa Favetti, Nina Koller-Favetti, Maria e Dora Brass, Teresa e Carmela Bramo, la famiglia Iuch composta da sette persone, Ida Ukmar, Luigi Buzzi, Alfredo ed Edda Benardelli.
Graz
La “Gazzetta d’accampamento di Wagna” pubblica la Lista dei fuggiaschi residenti a Wagna (cognomi Bonifacio-Boscarol) con il nome del goriziano Peter Bonan (classe 1861).