Gorizia giorno per giorno – 15 novembre 1915

Gorizia

Arnaldo Mulitsch riferisce che secondo i giornali il bombardamento dell’ultima offensiva italiana ha causato la morte di 58 borghesi e il ferimento di 50; sono state danneggiate 300 case e quasi tutte le chiese ed i chiostri.

Il bombardamento su Gorizia continua, ma meno intenso dei giorni precedenti. Moltissime granate da 280 mm fischiano in direzione del manicomio. Si vedono passare feriti in gravissime condizioni.

Il farmacista Augusto de Gironcoli viene arrestato e confinato a Wagna.

La sera, nell’osteria Tausani in piazza Grande il trentacinquenne Emilio Cravos, venditore di frutta, inneggia all’Italia e viene arrestato. Le premesse dell’episodio non sono certe: secondo alcuni l’uomo entra nel locale dicendo “buona sera” e un ufficiale replica “qui non si parla italiano”; secondo altri un avventore brinda all’Italia e Cravos lo imita. A questo punto i militari austriaci presenti ribattono “morte all’Italia”, a cui Cravos risponde con un “evviva l’Italia – morte all’Austria – merda all’Austria”. L’uomo non è noto come irredentista, si sente semplicemente italiano come molti goriziani (“Mi son nato italian, son cressudo italian, morirò italian”, sembra dichiari quella sera), e forse ha bevuto un bicchiere di troppo che gli ha fatto dimenticare la prudenza. Ma la città è sotto il fuoco e i soldati austriaci non lasciano correre: Emilio Cravos viene subito arrestato.

Muoiono a causa dei bombardamenti Giovanni Kogoi e Anna Cej.

Dal fronte

Il volontario goriziano Ettore Tomasettig, mazziniano, di professione macellaio, cade a ventun anni sul Montello, nella zona di Nervesa.