Gorizia giorno per giorno – 10/12 febbraio 1916
Gorizia
La settimana sarà per Gorizia densa di eventi luttuosi. Il clima improvvisamente quasi primaverile con giornate terse permetterà di far vivere in maniera meno disagiata l’ormai stremato popolo delle catacombe che ancora abita la città, ma agevolerà anche molto il lavoro degli artiglieri italiani che potranno indirizzare le loro granate in maniera quasi chirurgica colpendo con precisione anche i bersagli più piccoli.
Granate cadono anche in Piazzutta – diventata una delle zone più battute e pericolose delle città e ormai trasformata in un deserto di macerie – distruggendo la casa-osteria Macuz e il muro del presbiterio che si affaccia sulla piazza. In piazza Catterini una donna che si era avventurata allo scoperto per cercare di procurarsi il necessario per la giornata viene ferita gravemente da uno shrapnell. Colpito ancora anche l’ospedale di via Alvarez dove a scamparla per poco è l’impiegato comunale Vidrig che si trova nei pressi ma resta illeso.
Non sono solo gli essere umani ad essere trasformati in bersaglio; anche gli animali pagano il loro tributo di sangue. Con un involontario senso dell’umorismo – in una guerra che a pochi km di distanza stava portando all’olocausto di centinaia di migliaia di giovani vite – le cronache dell’”Eco del litorale” riportano come in una stalla di via Macello sono stati uccisi tre buoi, in via Trieste tre cavalli e che una granata scoppiata nel pollaio della stazione elettrica abbia ucciso 8 galline. A Gorizia, riporta l’”Eco del Litorale”, non appena i bombardamenti danno un attimo di tregua e gli aeroplani smettono di sorvolare la città, la gente esce della cantine e ricomincia a vivere, riaprono i negozi.