Gorizia dopo Caporetto

Fin dall’inizio della guerra Gorizia aveva cominciato a spopolarsi: i 31.000 abitanti del 1910 si riducono della metà nel giugno 1915, e diminuiscono ancora dopo i massicci bombardamenti dell’autunno 1915. Il 9 agosto 1916, al momento della conquista della città da parte dell’esercito italiano, restano nelle loro case circa 3.500 civili. Nell’ottobre 1917 il numero dei civili è di 1.850: una cinquantina di questi (i giornali austriaci parlano precisamente di 55 persone) si sottraggono all’evacuazione organizzata dalle autorità italiane al momento della ritirata. Una corrispondenza da Gorizia de “L’Eco del Litorale” del 1 novembre 1917 ne elenca anche i nomi: si tratta di quattro suore orsoline (suor Metilde, suor Camilla, suor Maddalena e suor Ottilia), tre uomini, quindici donne e quattro interi nuclei familiari. A loro si aggiungeranno alcuni altri, usciti nei giorni successivi dalle cantine dove si erano nascosti. La notte tra il 27 e il 28 ottobre 1917 segna così il momento di minor presenza di abitanti a Gorizia nei mille anni della sua storia, l’unico nel corso di tutta la guerra in cui potè dirsi veramente quasi disabitata e abbandonata. La diversa distanza dal punto di sfondamento e la preoccupazione di sottrarre a ritorsioni i civili che avevano collaborato con loro permise alle autorità italiane di effettuare una completa evacuazione della popolazione, cosa che non era riuscita agli austriaci nell’agosto 1916.