Dalle retrovie di Pradis di Cormons alle trincee di Lucinico

Pasquale Cirillo (classe 1895), di Trecase (Na), studente di medicina chiamato alle armi anche se figlio primogenito di madre vedova, sottotenente del 27° Reggimento Fanteria, tiene un diario in cui annota dal 2 dicembre 1915 all’8 febbraio 1916 i momenti delle sue giornate in “zona di guerra”: da San Giovanni di Manzano a Pradis di Cormons, Lucinico, Cormons, Calvario, Quota 99 del Podgora, Cappelletta del Podgora, Vallone delle acque, Villanova. Morirà il 21 dicembre 1916, a 21 anni, dopo essersi ammalato mentre si trovava a casa in licenza.

Pradis 8 dicembre [1915]

È festa e quindi si dorme un po’ di più. Si susurra [sic] che stasera si va in trincea. Calmo e sereno comincio a preparami lo zaino e la cassetta. Più tardi si accerta la partenza e si fa un’unica mensa alle 14. Ci viene distribuito un pesante cappotto con la pelliccia, versiamo le cassette al Comando di Battaglione e verso le 17½ si parte da Pradis diretti a Lucinico.

Il fango è straordinario e per di più pioviggina. Si marcia lentamente su due file indiane, senza alcuna luce per non farci scorgere dal nemico. Il primo paesello che incontriamo è Capriva poi S. Lorenzo di Mossa e infine Mossa. Verso le 21 arriviamo finalmente a Lucinico ma solo verso le 23 siamo a posto nelle trincee. Queste sono ottime, come mai avevo sperato e stanco per avere portato lo zaino sulle spalle durante tutta la marcia, dopo di aver messo a posto le squadre del mio plotone e due vedette, infilo il cappotto e mi addormento.

Lucinico 9 dicembre

Ho dormito abbastanza bene; viene distribuito il caffè, il rancio, la cioccolata e il marsala ai soldati. Esco per osservare la posizione: ci troviamo nella seconda linea di trincea ad una trentina di passi dalla prima; alla nostra sinistra c’è il Podgora, a destra il Carso e di fronte vicinissima Gorizia. Appena appena si distingue l’Isonzo a causa della nebbia. Cambio trincea e mi accomodo alla meglio. La truppa abbastanza allegra, il mio plotone ordinatissimo. Occupa l’estrema sinistra delle trincee, cioè verso Podgora. Ho molto appetito e la mensa non viene ancora. Risoluto vado al di là della 1a linea ad osservare due lanciabombe francesi da trincea e ne resto ammirato. Al ritorno non riconosco più la strada, mi sporco tutto e una sentinella m’intima di fermarmi poi mi riconosce e mi fa passare.

È giunto finalmente il pasto: è uno schifo e tuttavia si mangia. Dopo poco si giuoca e come sempre perdo quasi 20 lire. Verso le 21 vado a dormire in trincea, ma non mi riesce chiudere occhio a causa del tuonare del cannone e dei fischi delle pallottole che mi passano sulla testa. Una granata uccide un soldato e ne ferisce altri due della 3a Compagnia.

Lucinico 10 dicembre

Piove e l’artiglieria nostra e quella nemica iniziano un duello molto divertente…Sul Carso si succedono ad intervalli attacchi e contrattacchi di fanteria, e qualche pallottola cade anche sulla nostra trincea. Anche oggi la mensa tarda a venire e per distrarmi dall’appetito vado in giro per le rovine delle case incendiate e bombardate e raccolgo schegge, bossoli, spolette e carte. […]

(Pasquale Cirillo. Diario di guerra pubblicato a cura di Giovanni Toplikar. Diario di guerra del sottotenente Cirillo Pasquale, in “Studi goriziani” vol. 99-100 (2004), p. 153-182)