Dal diario di guerra di Carlo Furlani (luglio 1915)

[Fronte dell’Isonzo]

5 luglio

Ciascuno di noi riceve un nome di guerra per esser salvaguardati in coso di prigionia; il mio è Ristori Carlo.

Questa è stata la prima notte in trincea. Silenzio assoluto. Solo l’Isonzo vive, perché lo sento come lo sentivo a casa in via Ponte Isonzo. Essere a pochi minuti dai posti familiari e dover stare forzatamente inattivi è condizione umiliante che genera una triste nostalgia.

Mi sono iscritto ad un corso Allievi Ufficiali che si svolge al campo e durerà fino a metà settembre. Ma allora, sperabilmente, saremo già a Gorizia.

11 luglio

Fra noi circola la voce che qualcuno dei nostri sia già caduto sul Calvario. Tre o quattro.

17 luglio

La vita in trincea è pesante. Pesa anche il nome che a questo nostro colle incominciano ad affibbiare: Podgora. Calvario! Calvario!

A Gorizia pagava la multa in favore della Lega Nazionale l’imprudente che diceva Podgora e non Piedimonte. E adesso con disinvoltura tutto il colle è chiamato Podgora…

L’inazione fa aumentare la nostalgia. Nostalgia di lavoro, di casa. Passerà quando avremo vinto. Si spera che presto venga comandata un’azione. Non ne vediamo l’ora!

(Carlo Furlani. [Diario di guerra], in Carlo Furlani XIX luglio MDCCCXCVI [-] XXII luglio MCMXV. Gorizia, Tipografia Sociale, [1955])