Dal diario di Carlo Furlani (giugno 1915)

[Udine]

2 giugno

Sono destinato al 2° Reggimento Fanteria della Brigata Re. Caserma Savorgnan. Ricevo la divisa. Sono felice. Soldato d’Italia! Penso che devo portare questa divisa anche per conto del maggiore dei miei fratelli: Franco Furlani. Il suo desiderio ardente di venir qui ad arruolarsi è stato stroncato. Il Comando Supremo italiano lo ha invitato a svolgere altra attività al suo posto a Gorizia.

12 giugno

In caserma ci attendevano esperienze non belle. Il sergente maggiore, tipo pigro ed arrogante, ci guarda in cagnesco con palese disprezzo, perché, secondo lui, abbiamo bisogno di farci soldati per poterci sfamare. Né il capitano ha per noi benevolenza: è contrario alla guerra, perché teme per le campagne che possiede; il maggiore ci predica esser la guerra sterile sempre ed ovunque a tutti gli effetti.

Decisamente parliamo due lingue. Essi non possono intenderci.

20 giugno

Oggi una bella soddisfazione: eravamo al tiro a segno. un colonnello, venuto per ispezionare, domanda nostre notizie. Il caporale risponde: “Volontari”. E parecchi di noi aggiungono: “Irredenti”. Il colonnello allora, fatti due passi all’indietro si mette sull’attenti, ci saluta e ci dice: “Bravi ragazzi, presto vi riporteremo alle vostre case, a Gorizia, a Trieste libere”.

28 giugno

Ordine di partenza. Domattina. Dove si va?

Le notizie più incredibili s’incrociano: … si va al Calvario… si va a Gorizia… fra giorni Gorizia sarà liberata… il Comando Supremo vuole che noi si sia presenti… Banelli e Zilli lo sanno da Cadorna… Pazzie, pazzie. Ma pazzia che ci rende felici e ci fa sognare ad occhi aperti tutta la notte.

[Cormons]

29 giugno

Stamattina presto siamo partiti.

Alla stazione di Udine commovente congedo. I paterni nostri amici Ugo Zilli, Carlo Banelli, Achille Venier, Vittorio Cesciutti, Giovanni Bramo, Felice Favetti, Attilio Morpurgo si stringono intorno a noi e non trattengono le lagrime quando ci abbracciano a nome della nostra città affidandoci il messaggio di amore per Gorizia che noi avremo la ventura di veder libera prima di loro. Altre lagrime abbracciando i miei cari. Alla sera siamo a Cormons.

(Carlo Furlani. [Diario di guerra], in Carlo Furlani XIX luglio MDCCCXCVI [-] XXII luglio MCMXV. Gorizia, Tipografia Sociale, [1955])