Dal diario di Carlo Furlani (aprile-maggio 1915)

Il giovane goriziano Carlo Furlani (classe 1896), appartenente ad una famiglia irredentista, lascia Gorizia il 9 aprile 1915 con l’intenzione di arruolarsi nell’esercito italiano. Sarà tra i primi volontari a cadere, il 22 luglio 1915. In questi passi del suo diario descrive la situazione vista da Udine, in attesa dell’entrata in guerra dell’Italia.

9 aprile 1915

Sono a Udine: fraternamente accolto da altri fuorusciti. Sono stordito. Ma sento che l’anima è in salvo. Non più infingimenti indispensabili. Quanto pesanti quelli al confine! Ostentare interessamenti idioti alle visite doganali, agli strilloni di giornali, mentre il cuore trema per il distacco da casa e per l’ansia del gran passo!

Guai se non avessi avuto l’amorosa assistenza del caro Tornari.

11 aprile 1915

Ricevo roba da casa, documenti, libri. Sono a posto. Sono io. Faccio il passaggio all’Università di Padova. Se la guerra dovesse ritardare, studierò. Devo assolutamente evitare l’ozio: sono troppo solo, senza casa e senza famiglia.

20 aprile 1915

Dalla caserma Savorgnan sono partite alcune compagnie del I° Battaglione: noi irredenti lo sapevamo ed eravamo andati là per assistere alla partenza. […] li seguivamo un poco discosti lungo i marciapiedi, rispettando la distanza fra la loro … classe che partiva col fiero portamento del cittadino-soldato e la nostra che restava, di povera gente senza patria e senza famiglia. […] Come, per qual ragione, un contadino ignaro, un po’ riluttante aveva il diritto di partire e noi, noi che avevamo tanta volontà di combattere e tanto sangue da spargere, dovevamo restare qua ad Udine, tenuti d’occhio dalla questura!

Avere la nostra fede, sentire questo tremendo amore per l’Italia e non essere creduti né accettati!…

4 maggio 1915

Al nostro Comitato grande attesa. La Triplice dovrebbe esser denunciata. Gabriele D’Annunzio dovrebbe ritornare dall’esilio e pronunciare un intervento decisivo.

6 maggio 1915

Noi irredenti sentiamo le ali ai piedi e l’anima in festa, perché speriamo di ora in ora di essere arruolati.

16 maggio 1915

Vittoria dell’intervento. […] Sentiamo scandire i colpi della storia.

20 maggio 1915

Zilli e Banelli ci confortano: sono sicuri che verrà costituito un battaglione di volontari irredenti.

21 maggio 1915

Da Gorizia arriva la mia famiglia: la mamma, due sorelle e due fratelli. Sono partiti con passaporto regolare ma assieme agli ultimi regnicoli. Raccontano scene dolorose e non edificanti di tanti che non volevano rimpatriare. Ma possibile? Che esistano creature capaci di disconoscere la Patria?

24 maggio 1915

Finalmente il dado è tratto. La guerra è dichiarata! Iersera, al primo annuncio, l’irredento Bruno Coceancig, in piazza Vittorio, davanti alla loggia, ha parlato in nome di tutti gli irredenti, quelli fuorusciti e quelli ancora in attesa, nelle terre da conquistarsi.

Ciascuno di noi ha accetto quegli accenti come una parola d’ordine: faremo l’impossibile!

Ugo Zilli ci dà la confortante notizia che siamo tutti accolti nei ruoli regolari.

Finalmente siamo figli d’Italia! Mostreremo noi ciò che sanno fare gli irredenti!

(Carlo Furlani XIX luglio MDCCCXCVI [-] XXII luglio MCMXV. Gorizia, Tipografia Sociale, [1955])