Cronaca goriziana – 28 giugno 1914
Cosa succede a Gorizia in quello che può essere definito l’ultimo giorno di normalitĂ prima dello scoppio della Grande Guerra, nelle ore dell’attentato di Sarajevo?
Il 28 giugno 1914 è domenica, e la vita della città è caratterizzata, oltre che dalla partecipazione alle cerimonie religiose, da una serie di momenti di intrattenimento. Sono previste diverse manifestazioni pubbliche: l’estrazione delle “graziali” del lascito Formica, la festa degli ex allievi del convitto salesiano del San Luigi, una gara di tiro a segno nel bosco del Panovitz, una festa popolare a Strazig, un concerto della banda dei ricreatori di Trieste, il secondo concerto (dopo quello tenuto la sera del sabato) della banda militare al Caffè Corso. Da qualche giorno nell’area prospiciente il vecchio cimitero è stato montato il tendone del Circo Zavatta, mentre a partire da sabato 27 viene proiettato al Teatro Central Bio il film muto di produzione italiana Giovanna d’Arco ovvero la Pulcella d’Orleans. Il giorno successivo, 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, sono in calendario la festa della Lega Nazionale e la tradizionale tombola a favore del civico istituto dei fanciulli abbandonati.
La mattina tutto si svolge come previsto. Alle 9 del mattino, dopo la messa in duomo, il podestĂ Giorgio Bombig, che dopo le recenti elezioni è stato confermato per la terza volta alla guida del Comune, procede all’estrazione delle sei “graziali” assegnate per volontĂ del benefattore Giambattista Formica ad altrettante ragazze goriziane povere e di buona famiglia perchĂ© possano farsi una dote. La cerimonia si svolge nella sala maggiore del palazzo municipale. Le fortunate del 1914 sono Libera Tomsig, Alice Clede, Giuseppina Cernigoi, Lucia Culot, Emilia Codermaz e Carmen Marega; il podestĂ si congratula con loro esortandole a serietĂ nel contegno, laboriositĂ e amore alla cittĂ .
GiĂ di prima mattina, alle 7.30, sono arrivati alla stazione della Transalpina circa duecento ragazzi del riformatorio di Trieste, accolti dalla fanfara del civico istituto dei fanciulli abbandonati. I giovani ospiti vengono accompagnati a visitare la cittĂ , con una sosta per uno spuntino nella palestra dell’Unione Ginnastica Goriziana; quindi dalla stazione Meridionale partono per Capriva, dove sono accolti dalla banda e pranzano.
Comincia intanto prima delle 10 la riunione degli ex allievi al convitto del San Luigi e la mattinata prosegue senza che a Gorizia si sappia niente di quanto sta accadendo a Sarajevo: né il primo attentato con il lancio di una bomba alle 10.10, né gli spari di Gavrilo Princip alle 10.25.
Solo verso le 14 in cittĂ si sparge la voce che l’erede al trono Francesco Ferdinando è morto insieme alla moglie in un incidente automobilistico.
Intorno alle 15, dopo frenetici scambi di telegrammi, la notizia viene precisata meglio: non si è trattato di un incidente, ma di un attentato, mentre viene confermata la morte della coppia. Sul castello viene issata una bandiera abbrunata, e subito dai balconi di uffici pubblici e case private vengono esposte bandiere listate a lutto. L'”Eco del Litorale” stampa e distribuisce nelle strade in migliaia di copie un bollettino con la notizia. Tutte le manifestazioni previste per la giornata, feste concerti gare spettacoli cinematografici, vengono sospesi. Viene annullato anche l’intrattenimento teatrale e musicale in programma nel pomeriggio al San Luigi. Il comitato della festa pro Lega Nazionale rimanda l’evento a data da destinarsi, la seduta d’insediamento del podestĂ Bombig, prevista per il 2 luglio, è pure rimandata. Le cronache dei giornali non citano gli spettacoli pomeridiano e serale del Circo Zavatta, ma è logico che anche questi non abbiano avuto luogo.
Alle 17 rientrano a Gorizia i ragazzi triestini, e proseguono la visita della cittĂ , dopo la merenda offerta dal Comune all’Hotel de la Poste, mentre è stato annullato il loro concerto che doveva tenersi al Giardino pubblico. La comitiva ripartirĂ in serata per Trieste.
Le autoritĂ spediscono telegrammi di condoglianze a Vienna.
“La sera la cittĂ pareva piombata nel lutto piĂą profondo” (“L’Eco del Litorale“, 30 giugno 1914)