Arresti di sloveni e serbi

Si verificano subito, a partire dalla giornata di domenica 26 luglio, i primi arresti di esponenti nazionalisti sloveni, che proseguono per diversi giorni. In qualche caso si tratta di manifestanti, come “uno sloveno che inneggiava alla Serbia” in via del Teatro “durante la grandiosa manifestazione di ieri sera” (“L’Eco del Litorale” del 28 luglio 1914), ma anche personalità conosciute come irredentisti sloveni: l’editore e giornalista Andrej Gabresck, l’avvocato Puc, il negoziante Bisail, il fabbricante di pellami A. Jakil, il signor Hocevar, un tale Kral, lo studente ginnasiale Mario Cernovic, il giudice istruttore Gradnik, l’assessore provinciale Franko. Sono solo alcuni nomi citati dai giornali, che altrimenti indicano genericamente “quattro donne”, “due giovanotti serbi”, “una ventina di arresti, nelle persone di vari fra i più noti caporioni e propagandisti sloveni, “altre spiccate persone di nazionalità slovena”. Rinchiusi nelle carceri del castello, i detenuti sloveni saranno successivamente trasferiti a Graz sotto scorta armata, “sotto imputazione di reato politico”.