Approfondimenti
Gorizia e la Grande Guerra
La biblioteca di Lovanio
Questo sito è dedicato in particolare alla Grande Guerra vissuta dai goriziani, combattuta sul fonte dell’Isonzo e raccontata e documentata da giornalisti, scrittori e fotografi per quanto riguarda Gorizia e il territorio circostante, oltre che alle testimonianze sul primo conflitto mondiale presenti nelle collezioni librarie della Biblioteca Statale Isontina. Tuttavia sono inevitabili delle eccezioni, e da bibliotecari è impossibile non soffermarsi brevemente sulla distruzione della biblioteca universitaria di Lovanio (Louvain, Leuven), capoluogo del Brabante fiammingo, avvenuta nella notte del 25 agosto 1914 nel corso del “sacco di Lovanio”, uno degli episodi più noti e più esecrati del cosiddetto “stupro del Belgio” da parte delle truppe di occupazione germaniche.
Città universitaria, sede dal 1425 di una delle università più rinomate d’Europa (esistente ancora oggi, anche se divisa in due sedi: la Katholiske Universiteit Leuven, fiamminga, e l’Université catholique de Louvain, francofona, a Louvain-la-Neuve), Lovanio viene occupata dalle truppe tedesche il 17 agosto 1914. Non viene tentata nessuna difesa della città, proprio per salvaguardare il suo inestimabile patrimonio culturale. Ma dopo una settimana, il 25 agosto, alla notizia di una vittoria delle truppe belghe e del loro possibile arrivo, in un momento di confusione vengono sparati dei colpi contro i tedeschi. Probabilmente si tratta di fuoco amico, ma, ossessionati dall’idea dei franchi tiratori, gli occupanti scatenano una terribile rappresaglia: il centro storico della città viene distrutto, il borgomastro, alcuni religiosi, tutti gli agenti di polizia (disarmati dal 17 agosto) e 300 civili vengono uccisi, 1.500 cittadini sono deportati in Germania. Tra gli edifici storici dati alle fiamme, l’università e la sua biblioteca, in un incendio appiccato deliberatamente versando benzina e dandovi fuoco tramite pastiglie di nitrocellulosa alla gelatina proprio nella “sala delle Bandiere” che conserva i documenti più antichi e rari: 230.000 volumi (tra cui 750 manoscritti medioevali, altri manoscritti rinascimentali e più di 1.000 incunaboli) sono ridotti in cenere. All’alba del 26 agosto della biblioteca restano solo i ruderi, ma gli incendi, i saccheggi e i massacri continuano fino al 30 agosto.
La distruzione degli edifici storici e in particolare del patrimonio culturale della biblioteca universitaria colpisce l’opinione pubblica internazionale. Il primo ministro inglese Asquith definisce la distruzione di Lovanio “il più grande crimine contro la civiltà e la cultura dopo la Guerra dei Trent’Anni”, altri parlano di “un delitto contro la storia e contro la posterità”. I numerosi statunitensi che hanno frequentato i corsi dei Gesuiti a Lovanio sono profondamente turbati. La descrizione della città devastata fatta dai corrispondenti di guerra (citiamo per tutti The Burning of Louvain di Richard Harding Davis pubblicato sul quotidiano newyorkese “Tribune” il 31 agosto 1914, http://wwi.lib.byu.edu/index.php/The_Burning_of_Louvain) provoca indignazione ovunque.
Dopo la guerra la biblioteca sarà ricostruita grazie all’intervento di Stati Uniti e Gran Bretagna, e riaprirà il 4 luglio 1928, ma solo per essere di nuovo distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, il 16 maggio 1940, da un bombardamento effettuato dall’esercito nazista. Bruceranno un milione di libri: tra questi manoscritti e incunaboli tedeschi consegnati dalla Germania come parte del pagamento dei danni di guerra per sostituire quelli perduti nel 1914.
Oggi la biblioteca dell’Université catholique de Louvain possiede 2.700.000 volumi, la biblioteca centrale della Katholiske Universiteit Leuven, nella ricostruita sede della Mgr. Ladeuzeplein, più di 1.000.000.
Sul web si può leggere il saggio di Penelope Hamblin, “The Hun is at the Gate”: The Burning of the Library of the Catholic University of Louvain, in: Penelope Hamblin. War and the Loss of Libraries. Master’a Paper presentato all’University of North Carolina nel 1999, p. 24-31.
https://cdr.lib.unc.edu/indexablecontent/uuid:4823fd8a-a040-4ad2-bdcf-d71865d8846b
Solo una fuggevole citazione alla duplice distruzione della biblioteca di Lovanio si trova in Fernando Baez. Storia universale della distruzione dei libri. Dalle tavolette sumere alla guerra in Iraq. Roma, Villa, 2007 (Collocazione: 2008 i 204), mentre ne parla Lucien X. Polastron, Libri al rogo. Storia della distruzione infinita delle biblioteche. Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2006, p. 162-164 (Collocazione: 2008 i 74).
Libri sulla biblioteca di Lovanio:
Leuven University Library, 1425-2000. Sapientia aedificavit sibi domum. Ed. Chris Coppens, Mark Derez, Jan Roegiers. Leuven, Leuven University Press, 2005. 543 p.
Jan van Impe. The University Library of Leuven. The Story of a Phoenix. Leuven, Leuven University Press, 2006. 90 p.
Jan van Impe. The University Library of Leuven. Historical Walking Guide. Leuven, Leuven University Press, 2013. 132 p.
Siti ufficiali:
Université catholique de Louvain
http://www.uclouvain.be/index.html
Biblioteca dell’Université catholique de Louvain
http://www.uclouvain.be/biul.html
Katholiske Universiteit Leuven
http://www.kuleuven.be/kuleuven/
Biblioteca della Katholiske Universiteit Leuven
http://bib.kuleuven.be/english/bibc/cb-cultural/history-and-architecture
Le sette città martiri del Belgio
Devastazioni, massacri e atrocità contro i civili caratterizzano l’occupazione tedesca del Belgio. Sette località, particolarmente colpite riguardo al numero di vittime o all’entità della distruzione dell’abitato, hanno ricevuto la qualifica di città martire: Aarschot, Andenne, Dendermonde, Dinant, Lovanio, Sambreville-Tamines e Visé.
Le iniziative organizzate per il centenario ai seguenti indirizzi web:
http://www.visitflanders.co.uk/what-to-do/events/great-war-centenary/martyr-cities-1914.jsp