Gorizia giorno per giorno – 5 giugno 1915

Gorizia

È forse la prima giornata di guerra vera in città. Gli abitanti di Straccis e Podgora, zone ormai troppo vicine alla linea del fronte, devono evacuare. Per tutta la giornata le artiglierie italiane accompagnano la loro fuga battendo impietose il Calvario e il San Valentino. Gli italiani bombardano anche il Monte Santo, dove ci sono cannoni austriaci. A Straccis la fuga terrorizzata degli abitanti è accompagnata dalle granate incendiarie e dagli shrapnel degli italiani. Una attacco ancora non violentissimo, visto che si riportano solamente due case danneggiate e una donna ferita, ma un triste presagio del calvario che aspetterà Gorizia nei mesi seguenti. Bombardamento sulla stazione Transalpina. Continua l’arrivo dei feriti austriaci e italiani in ospedale.

La sera arriva anche la prima interruzione della luce. Tutta la città e all’oscuro, chiudono le osterie e i caffè Nella notte la città è attraversata dai carri militari coperti da reti di mascheramento che portano le munizioni verso la linea del fronte. La guerra è arrivata.

L’impiegato Antonio Planiscig viene arrestato per irredentismo e deportato a Mittergraben.

Un primo censimento fatto dalle autorità cittadine segnala come in città siano rimasti circa 15.000 abitanti (di cui 623 bambini sotto i due anni) contro le 30.000 persone residenti prima della guerra.

Dal fronte

Italico Brass esegue i dipinti Sotto il temporale, in marcia verso la linea del fuoco, che mostra le truppe italiane davanti alla chiesa parrocchiale di San Zenone a Muscoli, presso Palmanova, dirette verso l’Isonzo e Soldati a Palmanova (ma in realtà la chiesa raffigurata è quella di Sant’Antonio di Aquileia).