Lettera all'”Eco del Litorale” dei fuggiaschi di Wagna – luglio 1917

“I tristi e lacrimevoli fatti che giornalmente succedono a Wagna ci spingono, anzi ci costringono a rivolgersi per mezzo di codesto giornale “L’Eco del Litorale”, vero organo dei fuggiaschi, elevano energica protesta alle autorità, onde si muovano una bella volta in nostro soccorso e sia fatto chiaro su tutte le angherie che qui ci usano e che son soliti giustificare con mille pretesti.

Chi è che non conosce o almeno che non immagina le misere condizioni del fuggiasco, sia pur di Wagna? Lo scarso cibo, che qui riceve, la mancanza assoluta del necessario vitto, delle baracche, lo costringe ad uscire in cerca di providenza per sfamarsi. Ma quante difficoltà non incontra il povero fuggiasco!

A stento può uscire dall’accampamento, e se uscito da tutti gli indigeni dei paesi circostanti vien aborrito, schernito e villanamente scacciato, non solo con parole ma, tantissime volte con sonori schiaffi, pugni e pietre o posto in fuga da cani mordenti aizzati dagli stessi padroni. Di simili malconciati se ne trovano in ogni baracca. E ciò non basta, ma se qualcuno riesce a portare a casa un po’ di grazia [di] Dio vendutagli a caro prezzo e a stento da qualcuno di buon cuore, è atteso e inseguito dai gendarmi per le vie, per le stazioni, per la città e specie ai portoni d’entrata dell’accampamento, sbarrati dai gendarmi, guardie e soldati dove se lo visita, gli si sequestra la roba e per compenso se lo caccia in carcere per 2, 3, 4, e più giorni. Sicché dopo d’essersi trascinato per valli e per monti, dopo d’essere stato così malconcio di ritorno alle baracche, dove viene atteso ansiosamente dai suoi di famiglia viene così ricompensato!!!!

Non si riportano qui i fatti e nomi particolari delle vittime giornaliere di tale genere, che se richiesti per le baracche ne potranno raccogliere quanti vorranno. Si protesta dunque contro questo inumano agire e si chiama pronto rimedio e soccorso. Si ricordino tutti coloro che presteranno a nostro favore che qui tali atti ingiusti si usa giustificarli tacciando di ladri i fuggiaschi e la roba che ci portano via finisce di solito in gendarmeria ed in corpo di guardia dell’accampamento da dove poi non si sà mai dove vada a finire.

Fuggiaschi di Wagna”

(Tutto andò perduto. Da Wagna non tutti ritornarono 1914-1918. Diari, testimonianze e ricercheA cura di Egeo Petean. Fogliano Redipuglia, Il Comune, 2003, p. 61-62)