Gorizia giorno per giorno – 17 novembre 1915
Gorizia
Il tempo è bello, ma freddo. Aerei italiani sorvolano Gorizia. Il bombardamento sulla città si concentra verso Piuma, si pensa in preparazione a un attacco. Uno shrapnel cade in piazza San Rocco, senza però esplodere.
Emilio Cravos viene processato per alto tradimento, reo di aver cercato di “eccitare al disprezzo contro il nesso unitario statale della Monarchia austro-ungarica”. Alcuni testimoni depongono a suo favore, ma risultano invece determinanti le dichiarazioni contro di lui di due militari, tali Mate Eterovic e Ivan Stipicic: viene condannato a morte e giustiziato il giorno stesso.
Mentre percorre le strade di Gorizia scortato dai militari corre il rischio di essere colpito da una bomba lanciata da un aereo italiano, e si rammarica che questa non abbia centrato gli austriaci che stanno per giustiziarlo. L’ufficiale che guida il lugubre drappello (il condannato è seguito da quattro soldati con le zappe con cui scavargli la fossa) gli chiede di fare i nomi dei capi irredentisti per avere salva la vita, ricevendone un netto rifiuto (“no! e femo presto!”).
Emilio Cravos viene fucilato sulla Vertoibizza, nei pressi della Casa Rossa, alle 17.15.
Giovanni Cravos arriva sul posto subito dopo l’esecuzione e abbraccia il corpo del fratello, disperandosi e minacciando vendetta. Viene arrestato e inviato al penitenziario militare di Theresienstadt, ma evita di esservi internato grazie all’intervento del triestino Massimo Gherbez.
Arriva a Gorizia la contessa Elisabetta Seefried che visita l’ospedale assieme al marito Ottone di Hagenbach, maggiore della riserva. Poche ore dopo, durante la notte, comincia il bombardamento della città . L’ospedale deve lamentare il primo caduto, un soldato di sanità che viene colpito da una granata entrata dalla finestra mentre stava riposando a fine turno sul suo letto.
“L’Eco del Litorale” comunica l’avvenuta riapertura, nel palazzo della Banca cattolica, del Laboratorio San Giuseppe pro fuggiaschi, diretto da Angelina Nadali e Narcisa Nanut, cui il commissario conte Dandini consegna 231 corone raccolte dalla signora Seeberger in Salisburgo.
I primi obici da 280 cadono sulla città . Gorizia è devastata da esplosioni, crolli e incendi.
Vittime civili sono fratello e sorella di 15 e 13 anni, Vittorio e Antonia Camauli; Maria Zupan e la settantaduenne Anna Balic.
Dal fronte
Per la prima volta il comando italiano dà ordine esplicito di bombardare Gorizia con fuoco diretto e mirato. Inizia la fase più cruenta e distruttiva dell’assedio di Gorizia.
Mittergrabern
Sofronio Pocarini riceve una lettera della cugina Valeria Reichmann da Gorizia, che gli comunica che sono “vivi e interi; e non ancora sordi” a causa delle cannonate, e che in cittĂ ci sono stati 58 morti e 300 case demolite.
Graz
La “Gazzetta di campo” di Wagna riferisce, citando il comunicato del 15 novembre, che durante il bombardamento di Gorizia si sono avuti 58 morti e 50 feriti. Danneggiate circa 300 case e “quasi tutte le chiese e i conventi”. Sul giornale viene pubblicata una veduta di Gorizia con il castello e una di Canale d’Isonzo.