26 luglio 1914

È domenica, ma il riposo festivo è sospeso. Le autorità municipali ricevono disposizioni al riguardo della chiamata alle armi e nella Sezione militare del Comune di Gorizia il referente della sezione Vidrig, il segretario comunale Vecchi, il podestà Bombig e i vari funzionari danno “consigli, istruzioni e coraggio alle famiglie dei richiamati”.

“Tutte le vetture e tutte le automobili venivano requisite e portavano ufficiali, soldati e bagagli alle rispettive stazioni. Le truppe corrispondevano all’ordine di mobilitazione. Quel movimento durò fino a sera inoltrata di domenica, per riprendere più animato ancora nella giornata di lunedì, incominciando fino dalle prime ore del mattino. Nella giornata si ebbe il passaggio di quasi intere popolazioni di villaggi dei dintorni, uomini, donne e fanciulli che accompagnavano i partenti, anche con bande musicali suonanti marce. Sensibile è la mancanza di forze lavoratrici in vari rami di commerci e d’industrie. Per esempio nelle tipografie bisogna lavorare con personale ridottissimo. Nelle farmacie il lavoro in talune è arenato del tutto; in altre il personale tanto limitato difficolta la spedizione delle ricette. Ma anche questo naturalmente si accomoderà, sostituendo altre forze. In molte famiglie, anche di città, i richiamati sono parecchi, per cui tutta l’attenzione va a quello che potrebbe divenire il teatro della guerra”. (“Il Corriere friulano” del 29 luglio 1914)